Le banche sono restrittive nell'erogazione del credito? Perché? Analisi Andamentale.
Sono finiti i tempi in cui l'imprenditore, forte del consolidato rapporto personale di fiducia con il Direttore di banca, poteva utilizzare il credito con elasticità. Quando c'era un affare da concludere l'imprenditore lo concludeva, sapendo che lo sconfinamento o ilrd fido straoinario...
Sono finiti i tempi in cui l'imprenditore, forte del consolidato rapporto personale di fiducia con il Direttore di banca, poteva utilizzare il credito con elasticità. Quando c'era un affare da concludere l'imprenditore lo concludeva, sapendo che lo sconfinamento o il fido straordinario sarebbe arrivato senza problemi.
Non è però colpa della crisi finanziaria globale che sta imperversando ormai da anni (certo aiuta le Banche ad essere ancor più prudenti), ma il vero colpevole è l'Accordo noto come “Basilea Due” con la sua evoluzione, "Basilea Tre".
Tutti ne abbiamo sentito parlare ma non è facile farsi un'idea precisa.
Fino al 2006 vigeva l'Accordo detto “Basilea 1” per il quale, in sintesi, si stabiliva l'obbligo per le banche, allo scopo di garantirne la solidità, di accantonare capitale nella misura dell'8% del credito erogato.
Con “Basilea 2” le banche hanno la possibilità, se dotate di un metodo di calcolo del rating (rating = voto) della propria clientela (validato dalla Banca d'Italia), di applicare, invece della percentuale fissa dell'8%, una percentuale variabile che è molto bassa per i clienti con rating molto buono ma cresce in misura esponenziale man mano che le classi di rating peggiorano.
Il fatto ancor più grave è che più capitale la Banca deve accantonare per un cliente “meno buono”, maggiore sarà lo spread (spread = tasso applicato) che dovrà applicargli. Questo meccanismo cresce così rapidamente che oltre una certa soglia di rating, il tasso che dovrebbe remunerare il rating “cattivo” sarebbe troppo alto e quindi non applicabile (potrebbe superare la soglia del tasso d'usura).
Così quel cliente deve essere espulso (in pratica deve rientrare).
La domanda spontanea a questo punto è: perché il rating diventa "cattivo"? Parleremo un'altra volta dei complessi meccanismi che determinano il rating di un cliente; ci limitiamo qui ad analizzare la sua componente denominata valutazione “Andamentale”.
L'analisi Andamentale che la banca fa di un rapporto con un suo cliente affidato, prende in considerazione il comportamento tenuto dal cliente nell'utilizzo degli affidamenti e nella gestione dei rapporti di conto corrente e simili.
Sconfinamenti, rate di mutuo pagate in ritardo (o non pagate), utilizzi sempre pieni, assegni protestati (o anche solo impagati a prima presentazione), percentuale insoluti elevata (sul portafoglio presentato allo sconto/sbf), fatture anticipate e mai pagate dal debitore, anticipi all'esportazione mai rimborsati e via dicendo sono elementi che influiscono pesantemente sull'analisi andamentale e, di conseguenza, sul rating.
Ormai tutti questi fenomeni sono rilevati automaticamente dai sistemi informativi della banca a cui non sfugge più nulla. Il Direttore di banca può cambiare o avere poca memoria, il sistema informativo è implacabile.
Ed il meccanismo è così raffinato che, al verificarsi di alcuni eventi, viene disposto IN AUTOMATICO, il blocco del fido e/o del rapporto e solo una delibera di livello sempre più alto può sbloccare la situazione.
Alcuni eventi poi producono anche segnalazioni alla Centrale dei Rischi tenuta dalla Banca d'Italia e, allora, l'anomalia andamentale diventa di dominio pubblico con conseguenze facilmente immaginabili.
E' quindi diventata indispensabile per gli Imprentori una continua attenzione alla gestione dei fidi e dei conto correnti e, se occorre, facendosi assistere nella gestione dei rapporti bancari. Bisognerà chiedere PREVENTIVAMENTE affidamenti temporanei od occasionali. Il Direttore che ci lascia sconfinare con facilità non ci aiuta, CI DANNEGGIA.
Bruno Sodo