Il Trattamento di Fine mandato (TFM): Escapologia Fiscale o Buonsenso?
Ogni periodo ha le sue mode, mode che riescono a direzionare i riflettori su determinate situazioni o accadimenti, mode che rendono di dominio comune terminologie fino a poco prima sconosciute ai più, mode trasversali che rendono spesso permeabile ogni ambito. Così è! E la “finanza” non ne è esentata.
Parole come Trading, New Economy, Dow Jones hanno prima reso tutti esperti operatori di Piazza Affari, per poi diventare, ahinoi, specializzati con Subprime, Spread, Stress Test, Default.
Oggi tra televisione e social è diventato di uso quasi comune il termine “escapologia fiscale”, sono nati anche siti internet, manuali ad hoc, addirittura corsi online ed in aula!
A Milano si dice “Ofelè, fa el to mesté”, non serve improvvisarsi “escapologi”, basta usare gli strumenti legalmente messi a disposizione di aziende ed imprenditori e farlo con buonsenso!
Chiaro esempio ne è il Trattamento di Fine Mandato. Ogni dirigente e/o AD di importanti realtà aziendali nazionali e/o multinazionali accantona il TFM e lo usa come mitigatore della fiscalità. La mia domanda è sempre stata: “Tu, imprenditore che fai impresa nel vastissimo arcipelago delle PMI Italiane, sai cos’è il TFM?”.
Cercherò di spiegartelo brevemente:
Il TFM (Trattamento di Fine Mandato) è un compenso differito e rappresenta in sostanza una sorta di liquidazione simile a quella spettante ad un lavoratore dipendente T.F.R. (Trattamento Fine Rapporto) quando conclude o interrompe il rapporto con l’Azienda.
Il TFM è finanziariamente gestito dall’Azienda in piena libertà: le somme accantonate possono essere scomputate dal compenso annuo oppure accantonate in aggiunta ad esso
Si rivolge in particolare a coloro che rivestono la carica di:
o Amministratori
o Consiglieri di amministrazione
o Sindaci di società
o Revisori
(art. 50, lettera c-bis, T.U.I.R.)
E sai in cosa diferiscono TFM e TFR? Nell’obbligatorietà!
Il TFR è una componente obbligatoria della retribuzione dei lavoratori dipendenti e non rappresenta una componente di reddito (non è soggetto a contributi sociali né, in fase di accantonamento, a imposizione fiscale), mentre Il TFM è una possibile componente del “pacchetto retributivo” deciso dalla Società a favore dell’amministratore.
Ma quanto accantonare? Non esiste un vincolo legislativo, ma esiste solo un limite dato dal rispetto del principio di congruità, cioè commisurando l’importo alla realtà economica della società, ai suoi volumi d’affari o di reddito, ecc.
Il TFM presenta numerosi vantaggi fiscali per l’azienda e per l’amministratore (consigliere, sindaco, ecc.) e necessita di semplici requisiti per accedere ai vantaggi.
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